domenica 21 novembre 2010

Vivisezione



« [...] L'animale dev'essere giovane, perché tu possa operare con lo scalpello senza excisori. Venga disposto supino sulla tavola, del tipo di quelle che vedete in gran numero preparate da me, più piccole o più grandi, in modo da trovarne sempre una commisurata all'animale che vi va steso sopra [...] Si diano istruzioni a uno degli inservienti, dopo aver deposto supino l'animale sulla tavola, di avvolgerlo con quattro legacci, uno per ogni arto, e di far passare sotto l'estremità dei legacci e legarli lì assieme. Se l'animale ha troppi peli sullo sterno, gli si tolgano anche questi. Tale la preparazione dell'animale da sezionare. [...] Tre sono le operazioni chirurgiche che si effettuano sull'animale vivo, aventi qualcosa in comune fra di loro e ciascuna qualche peculiarità. Un taglio effettuato sulle curve delle costole basta allo scopo di osservare le arterie del polmone o anche, oltre a questo, un altro taglio nell'altra parte del torace, la cui utilità dirò fra poco. Un terzo procedimento è quello in cui viene messo a nudo il cuore ma non si ha perforazione del torace.  »(Galeno, De anatomicis administrationibus, K II, 626-627 e 634-635.)
 Parole lontane ma non troppo: avvenimenti simili continuano a verificarsi nel mondo, sotto gli occhi di quanti pur manifestando non riescono a prevalere. Giorni fà un ulteriore manifestazione è partita per contrastare questo fenomeno, quasi un ulteriore grido nel vuoto a mio parere, poiché molti cominciano a parlarne senza nemmeno sapere ma basandosi su un fattore di tenerezza degli animali che li porterebbe a salvare un cane ma a far triturare un topo di fogna senza problemi. Per i pochi che assennatamente manifestano invece posso cominciare a esporre il mio punto di vista, che forse non difende ne attacca la loro posizione, ma come spesso mi capita porta soltanto a domande più grandi a cui non so rispondere. Il problema in se della vivisezione consiste nel mantenere in vita gli animali facendoli soffrire con lo scopo di testare l'effetto di farmaci e prodotti e di misurarne le reazioni prima di immettere tali merci sul mercato, ma esiste forse alternativa? intendo, provate a porvi dal punto di vista di un uomo con un tumore... oltre a dover sopportare la condizione in cui si trova dovrebbe anche recarsi ogni giorno in laboratorio per essere bombardato da chissà quali sostanze con la speranza di poter guarire un giorno senza che una delle tante cure sbagliate lo abbia già ucciso? Onestamente sarei d'accordo con gli animalisti per quanto riguarda le sofferenze che patiscono durante la sperimentazione e le condizioni in cui vengono tenuti ma l'utilizzo di sedativi, oltre a far lievitare i costi della ricerca, rallenterebbe alcuni processi di reazione ai farmaci rendendo inutile l'operazione in atto.... L'unica soluzione a cui riesco a pensare sarebbe quella di creare in laboratorio organismi su cui provare farmaci e quant'altro ma poi i moralisti non comincerebbero a voler proteggere anche loro come entità viventi? e quanto risulterebbero attendibili test svolti su creature sintetiche? L'unica amara domanda che quindi pongo a chi è sceso in piazza per difendere i diritti degli animali è: se non loro chi?

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